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Calciopoli

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† Deadman Punisher †
CAT_IMG Posted on 12/5/2010, 14:36




Analisi comparativa Moggi-Facchetti (Basandosi sulla sentenza CAF):

http://www.uccellinodidelpiero.com/documen...elpiero.com.pdf
 
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† Deadman Punisher †
CAT_IMG Posted on 13/5/2010, 22:30




http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...glio.asp?id=782

Andando avanti così Moggi & Co. non avranno nemmeno bisogno di avvocati difensori, ci pensa l'accusa a fregarsi da sola :asd:
 
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† Deadman Punisher †
CAT_IMG Posted on 27/5/2010, 14:24




CITAZIONE
"Il Mondiale della Vergogna"
Zanetti ricorda e racconta


L'incontro tra il capitano dell'Inter e il p.m. di Calciopoli Narducci è diventato un documentario, per riflettere e non dimenticare tutto quello che è stato nascosto dietro al Mondiale del '78. Oggi a Roma la presentazione del libro

ROMA, 27 maggio 2010 - Metti un Mondiale, un'Argentina vittoriosa e un dietro le quinte feroce, un libro, un magistrato che lascia per un momento Calciopoli e si occupa di storia sudamericana, un capitano che è reduce da una stagione in cui ha vinto tutto quello che c'era da vincere. Mescolate bene e ne viene un incontro sul lago di Como, parlando di quei giorni. Giorni in cui Javier Zanetti non aveva compiuto 5 anni e il pm napoletano Giuseppe Narducci era ancora uno studente. Giorni entrati però nella memoria del calcio e della storia, in Argentina e non solo. Il punto di partenza del colloquio è "Il Mondiale della Vergogna", il volume di Pablo Llonto, prime esperienze giornalistiche nella copertura dell'Argentinos Juniors, la squadra in cui militava Diego Maradona agli esordi, proprio negli anni bui dei 30 mila desaparecidos.

L'incontro — Narducci ha scritto la prefazione del libro di Llonto e l'editore Alegre ha voluto organizzare un incontro, con la regia di Gianni Cipriani e di Globalist, che è diventato un piccolo documentario. La prima, oggi a Roma, alle 17.30, a Palazzo Valentini, nella sala Di Liegro della Provincia. Con Narducci, ci sarà anche Gianni Minà, il regista Stefano Incerti e l'autore Pablo Llonto. Gazzetta.it anticipa qualche momento dell'incontro.

Narducci non ha il minimo pudore. Come Guido Rossi che ha seguito la finale come VIP al Bernabeu :skept:
 
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† Deadman Punisher †
CAT_IMG Posted on 1/6/2010, 21:20




Capo indagini di Calciopoli e PM dell'accusa, insieme al presidente dell'Inter. Solo in Italia.

 
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† Deadman Punisher †
CAT_IMG Posted on 2/6/2010, 22:02




CITAZIONE
L’udienza inizia con Filippo Sgubbi, avvocato di parte civile del Bologna FC, che interroga il curatore fallimentare di Victoria 2000, fallita il 30 marzo 2006 e che fino al settembre 2005 aveva la totalità delle quote del Bologna FC. Dopo questa per noi poco interessante parentesi, l’avvocato di Pairetto consegna la notifica della richiesta di presenza di testimoni: mancheranno Collina, Balducci, Valentini, Stagnoli e De Marchi, invece Rosetti non sarà presente perché parte per i mondiali, così come i dirigenti Figc Balducci e Valentini. Si comincia con gli esami:

ANGELO PESCIAROLI
Per chi non lo conoscesse, è un ex giornalista del Corriere dello Sport famoso perchè, per gioco, provava a indovinare le griglie arbitrali con dei giorni di anticipo, e ci prendeva più di Moggi! Ora in pensione, è consulente della Lega Calcio della Serie C. Interrogato dalla difesa Pairetto, sostiene di essere stato spesso presente a Roma in qualità di giornalista, durante i sorteggi, e di aver anche partecipato, una volta, all’estrazione. Alla domanda se avesse mai visto qualcosa di sospetto, oltre a ricordare che in aula ci fosse sempre un notaio e una folla incredibile di persone a guardare, così risponde: « No, non ho mai notato, per gli anni di esperienza non ho notato nulla. Magari avessi fatto questo scoop almeno avrei avuto la possibilità di allungarmi la carriera. Se avessi visto qualcosa di irregolare certo non me ne sarei stato zitto». Indicativo.

NOTAIO ANTONIO IORI
Viene (finalmente, aggiungo) interrogato per la prima volta (e ci teneva!) il notaio Iori, colui che presenziava ai sorteggi. «Tutto quello che concerneva questi sorteggi è comunque nei verbali che sono agli atti di questo processo. Le palline le aprivano e io facevo provvedere a richiuderle e a rimescolarle nelle urne che erano trasparenti. Non si potevano leggere i contenuti nelle palline perchè i fogli erano piegati. Non ho mai avuto sosperti di irregolarità». Alle domande del pm Capuano su quante volte si fossero aperte queste palloine Iori dice: «Potrà essere successo una decina di volte in tutti gli anni nei quali ho svolto questo servizio. Nei verbali non ritenevo di scrivere dell’apertura delle palline perchè avevo il controllo della situazione e potevo rendermi conto se queste erano chiuse o visibilmente diverse le une dalle altre e quindi riconoscibili. Comunque quando io verbalizzo un’estrazione, verbalizzo l’estrazione. Io non consideravo anomalo che una volta ogni tanto le palline potevano aprirsi al momento dell’inserimento nell’urna perchè poi facevo provvedere al rimescolamento. E poi comunque il foglietto all’interno era piegato. Non ho mai segnalato anomalie al riguardo». Anche lui quindi, in soldoni, ribadisce l’assoluta regolarità dei sorteggi.

ALFREDO TRENTALANGE
E’ il turno del “prof.” Alfredo Trentalange, ex arbitro internazionale, attualmente componente del Comitato Nazionale dell’AIA con l’incarico di responsabile del Settore Tecnico e osservatore degli arbitri UEFA. All’epoca dei fatti osservatore arbitrale. Comincia l’audizione con le domande del legale di Pairetto: «Pairetto non m’ha mai chiesto di avere occhi di riguardo per squadre o tesserati - dice Trentalange – tra me e lui c’era molta confidenza: siamo entrambi di Torino e suo padre Antonio è stato il mio maestro, quello che mi ha fatto crescere come arbitro da quando ero un ragazzino appena emigrato a Torino che cominciava la carriera sui campetti di terra. Il padre di Gigi Pairetto aveva rapporti amicali con Moggi da decenni, visto che Moggi è stato dirigente del Torino. Mai mi hanno chiesto di modificare voti agli arbitri mentre facevo l’osservatore». Poi gli chiedono di Chievo-Lazio arbitrata da Rocchi e Juve-Lazio arbitrata da Dondarini: «Diedi un voto abbastanza alto a Rocchi, avevo pensato che solo l’espulsione di Couto fosse troppo severa (a differenza di quanto sostenuto dall’imbarazzante consulente del Brescia, che non la ricordava neanche e che ricordava 30 rigori per il Chievo, ndr). Quanto a Juve-Lazio per me Dondarini (condannato per quella gara, ndr) aveva arbitrato bene e gli diedi un voto alto. Ho la massima stima di Pairetto e non ho mai subito pressioni da Bergamo anche se lui non era mai stato tenero con me». Alla fine Pandolfi pone una domanda a Trentalange, citato da uno dei testi, l’ex dipendente della Juventus Maurizio Capobianco. Capobianco sostiene, dice la giudice Casoria, che lei, Trantalange, abbia avuto un’auto da Giraudo e Trentalange risponde: «Non ho avuto nessuna auto da Giraudo, ho comprato per me e mia moglie negli anni diverse auto con lo sconto fatto ai vip dalla Fiat».

ALESSANDRO GUIDI
Sul banco dei testimoni si avvicenda Alessandro Guidi, ex osservatore e poi dirigente del Bologna di Cazzola. anche lui conferma che il rapporto di amicizia tra Moggi e Pairetto deriva da una frequentazione del padre dell’ex designatore. Guidi racconta anche delle pressioni vissute anche da dirigente: «Il calcio stressa, non solo gli arbitri, anche i dirigenti».

NARCISIO PISACRETA
L’ultima deposizione prima della pausa è stata quella dell’assistente Pisacreta, attuale vice presidente dell’Aia e primo assitente di una delle partite chiave della vicenda Calciopoli, Roma-Juve 1-2 del febbraio 2005: «Pairetto e Bergamo non mi hanno mai chiesto di favorire o sfavorire giudizi in riferimento ad una squadra. Anche a Roma-Juve io ricordo di aver commesso l’errore di convalidare il primo gol di Cannavaro ma era un episodio difficile, una palla colpita dall’attacante della Juve (Ibrahimovic, ndr.) parata dal portiere e ribadita in rete da Cannavaro in posizione di fuorigioco di 10-20 centrimetri. Era difficile da percepire. Me ne sono accorto rivedendo i replay dopo la gara ma ricordo a tutti che le raccomandazioni della Fifa erano: in dubbio non alzare la bandierina perchè le statistiche dicono che fra quello che percepisce l’occhio e quello che si vede alla moviola la possibilità di errore in caso dubbio che fermi il gioco è del 90%. Così io non alzai la bandierina. Poi ci fu l’episodio del rigore fischiato a favore della Juve per un contatto ai limiti dell’aria su Zalayeta. Non potei essere d’aiuto a Racalbuto e gli dissi che non avevo certezze se il contatto fosse avvenuto fuori la riga o dentro l’area ma era comunque un episodio difficile da valutare in una partita difficilissima da un punto di vista ambientale: Capello era appena passato alla Juve, così come Emerson. In quella partita nel secondo tempo venne ingiustamente annullato un gol a Ibrahimovic e il mio collega Ivaldi segnalò un fuorigioco che non c’era, anche quello questione di centimetri». Alla domanda se poi, visto che aveva favorito la Juve, non fosse stato fermato dai designatori per motivi tecnici, a causa di quegli errori, Pisacreta è chiarissimo: «Fui fermato per circa un mese, riuscii a rientrare solo perchè sostituivo un collega infortunato. E comunque nelle mie ultime due stagioni in serie A arbitrai 11 volte la Juve: con me persero le uniche 6 partite in cui la squadra bianconera è uscita sconfitta dal campo».

STEFANO FARINA
Dopo la pausa si riprende con l’ex arbitro Stefano Farina. Anche qui, domande della difesa Pairetto e Bergamo, sostanzialmente del tipo: “Ha mai ricevuto pressioni da parte dei designatori?”. La risposta è negativa.

VINCENZO MITRO
E’ il turno dell’ex assistente Mitro. Per lui solito giro di domande, solita risposta. Approfondimenti su Bologna-Juventus.

MARCO IVALDI
Anche lui ex assistente, anche per lui stesse domande e stessa risposta. Si parla di Roma-Juventus e della regolarità dei gol di Zebina e Cassano.

MASSIMO DE SANTIS
Finale a sorpresa con Massimo De Santis che ha prodotto la circolare di Lega Calcio del 4 agosto 2004, alla vigilia della stagione di Calciopoli, in cui si dettavano le norme di comportamento per i dirigenti negli spogliatoi: visite consentite prima e dopo la gara, divieto di regali che non fossero di poca entità, obbligo di tesseramento del dirigente accompagnatore degli arbitri (il Meani di turno). «Se il colonnello Auricchio avesse chiesto copia di questo atto che voglio leggere (il pm Capuano ha provato ad opporsi, stoppato dal giudice Casoria, ndr) e letto le disposizioni certe cose che sembriamo scoprire ora si sarebbero sapute anche durante l’indagine. Si sente (Ancelotti, Mancini, ndr) parlare a sproposito delle visite di Moggi: ma tutti sapevano cosa si poteva e non poteva fare. Nessun mistero, nessuna congettura: ora questa carta è agli atti, poteva essere lì da quattro anni…»

A fine udienza si fissa il calendario delle audizioni: gli assenti di oggi dovranno presentarsi, a meno di motivi forti e ben spiegati. La cosa vale anche per il designatore Collina che ha opposto, secondo quanto emerso in aula, motivi personali alla convocazione. Dovrà essere in aula l’8 giugno o fornire un’adeguata motivazione all’eventuale assenza: a Cellino dopo due “buche” toccò l’accompagnamento coatto. Dopo i testi di Pairetto, toccherà, per chiudere la stagione di Calciopoli (udienze prima del break estivo fino ad ottobre l’8, il 15, il 18 e 22 giugno).

Fonte: uccellinodidelpiero.com

Pazienza se nessuno legge, o se non vengo risposto. É troppo il piacere che si prova a vedere smontarsi tutte le accuse :sisi:
 
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Black Cock D.
CAT_IMG Posted on 5/6/2010, 10:59




Intanto i tre scudi non ve li da più nessuno, merde.
 
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† Deadman Punisher †
CAT_IMG Posted on 5/6/2010, 15:40




Sono due.
 
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† Deadman Punisher †
CAT_IMG Posted on 6/6/2010, 13:29




Sentenza Giraudo/1: Le imputazioni

Circa 130 giorni e più di 200 pagine: tanto è occorso al giudice De Gregorio per motivare le condanne di chi, a giudizio a Napoli, aveva optato per il rito abbreviato. Come abbiamo già avuto modo di esporre nelle pagine di questo sito, avevamo preventivato il recepimento dell’impianto accusatorio; mai, però, avremmo supposto di trovarci di fronte ad un’accettazione quasi pedissequa delle informative, non depurate da quelle incongruenze che gettano più di un dubbio sulla bontà delle conclusioni degli inquirenti.
Oltre al dott. Antonio Giraudo, si erano avvalsi del rito speciale Tullio Lanese, al tempo presidente AIA, Duccio Baglioni, assistente di gara a disposizione C.A.N., Stefano Cassarà, Marco Gabriele e Tiziano Pieri, arbitri in forza alla C.A.N., tutti imputati per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva.
I restanti Foschetti Giuseppe, Griselli Armando, assistenti di gara a disposizione C.A.N. , Gianluca Rocchi, Domenico Messina, Paolo Dondarini, arbitri della C.A.N., si vedevano contestare il semplice concorso in frode sportiva.
Per i non addetti la differenza può apparire ostica, a tal proposito basterà tenere in considerazione che il concorso implica i caratteri dell’occasionalità e dell’accidentalità, al contrario dell’associazione per delinquere che si caratterizza per la stabilità e la durevolezza del vincolo anche dopo la realizzazione dei singoli crimini (cfr pag.163).
Giova, pertanto, una breve carrellata sulle imputazioni o rectius sulla parte di esse che, sebbene riprese dalla sentenza, mettono in luce l’aspetto grottesco delle indagini:
a pagina 2 a proposito dell’associazione per delinquere, ci troviamo di fronte ad un’osservazione che ci lascia sconcertati, quando riguardo agli imputati si dice: "avendo nel passato già condizionati l’esito di campionati di calcio di sere A, con particolare riguardo a quello 1999/2000, che sostanzialmente condizionato fino alla penultima giornata (quando si giocò Juventus-Parma, diretto da Massimo DE SANTIS e terminato con il risultato di 1-0, e non riuscendo nell’intento di garantire alla Juventus la vittoria finale, in quanto gli accordi illeciti già stabiliti vennero compromessi dal clamore suscitato provocato dall’arbitraggio apertamente favorevole alla squadra torinese da parte di DE SANTIS "(…) [omissis…].
Sorvolando sulla parentesi che si apre senza mai più chiudersi – ebbene sì, non è un errore di trascrizione - resta sconosciuto e incomprensibile il richiamo immotivato ad una stagione non oggetto di alcuna indagine, se non quella dei bar dello sport, per cui appare congruo sotto il profilo logico, che una cupola non riesca a far applicare il regolamento, neppure quando questo la favorisca.
A pag. 4 dopo le ormai famigerate cosiddette “griglie” propedeutiche al sorteggio degli arbitri, leggiamo: "immediatamente dopo essersi adoperati al fine di garantire l’elezione di Franco CARRARO, quale presidente della FIGC – al fine di favorire Adriano GALLIANI nell’elezione alla presidenza della Lega Nazionale Professionisti".
Avremmo piacere di comprendere l’utilità di far eleggere CARRARO e favorire GALLIANI quando costoro non compaiono nemmeno come imputati all’interno del processo: in un caso la posizione del primo è stata addirittura archiviata. Vedremo nel proseguo come il dottor De Gregorio risolva questa imputazione.
Lo spettacolo continua a pag. 5, dove arriva il turno di Biscardi e del suo Processo: "attraverso il condizionamento di talune trasmissioni televisive o di singoli giornalisti o commentatori del servizio pubblico radiotelevisivo o di altre emittenti private, venivano favoriti gli interessi del sodalizio o comunque di coloro che operano per esso, danneggiando chi invece ne ostacola la realizzazione".
Inutile sottolineare che trattasi, come emerge dalle informative stesse, di una singola trasmissione e di qualche sparuto giornalista: nulla in confronto alle potenti macchine mediatiche di Mediaset e Sky. Si potrebbe facilmente obiettare che, a essere importante, è la considerazione riposta dal Moggi nella ormai famosa patente a punti di Baldas; tuttavia è da rimarcarsi come, in un contesto prettamente giuridico, debba essere presa in considerazione anche l’idoneità dei mezzi atti a perpetrare un reato e non ciò che si pensa (cogitationis nemo patitur).
E ancora che [omissis] venissero fornite specifiche indicazioni sulla composizione della Nazionale Italiana di Calcio [omissis]: riteniamo opportuno non commentare questo punto per ovvi motivi.
In relazione agli incontri a pag. 7 leggiamo che durante Udinese –Brescia Dattilo e gli assistenti (peraltro non a giudizio) compivano atti fraudolenti consistiti, ad opera del Dattilo, nella dolosa ammonizione dei calciatori Pinzi, Muntari e Di Michele e nella dolosa espulsione del calciatore Jankulovski, tutti in forza alla squadra dell’Udinese – successivo avversario della Juventus nella 5°giornata del campionato di calcio 2004/05 – così che il calciatore Jankulovski veniva, conseguentemente, squalificato dal giudice sportivo.
In parole povere: le famose ammonizioni mirate smentite dai fatti. Vedremo nel proseguo come il giudice ignorerà i dati fattuali.
A pag. 8 Pieri e i suoi assistenti si adoperarono per permettere alla Juve di spuntarla (in casa) contro il temibile Chievo. Per la cronaca, la partita si concluse 3-0, grazie alle reti di Zalayeta, Nedved ed Ibrahimovic. Un solo ammonito tra i giocatori del Chievo e, ovviamente, nessun espulso.
Voto della Gazzetta (il vangelo degli inquirenti) all’arbitro: 6,5.
Sempre nella medesima pagina scopriamo che i dirigenti della Juventus e i designatori Bergamo e Pairetto si prodigarono per l’alterazione della corretta e genuina procedura del sorteggio del direttore di Lecce – Juventus diretta da De Santis, assistenti Cennicola e Griselli.
A pag. 9, la storia si ripete per Dondarini, assegnato per Juventus-Lazio.
A pag. 10, scopriamo i dirigenti juventini e i perfidi designatori impegnati nell’impedire che due pedine fondamentali, come Petruzzi e Nastase del temibile Bologna, possano disputare la partita contro la Juve. Ci pensa Pieri ad ammonirli in quanto diffidati e a far scattare la squalifica.
Sempre a pag.10, l’incubo Udinese si rimaterializza. Non paga di quanto accaduto all’andata, anche al ritorno la cupola interveniva, con l’assegnazione fraudolenta di Rodomonti.
A noi lettori resta un solo dubbio: se davvero Bergamo e Pairetto potevano taroccare il sorteggio, perché si limitarono a truccare partite difficili, ma non impossibili, come quelle con Chievo, Udinese e Lazio, e invece dimenticarono di falsare quelle contro Milan, Inter e Roma? Un bel mistero!
Le pagine successive si arricchiscono di un elenco di partite: tra cui annoveriamo Siena-Milan, per la quale è imputato l’assistente Baglioni, reo di avere erroneamente sbandierato su un goal di Shevchenko; e ritroviamo la mitica Lecce-Parma 3-3.
Nella prossima puntata, per comodità espositiva, approfondiremo il concetto giuridico di frode sportiva attorno a cui ruota l’intera motivazione della sentenza.

(continua)


Fonte: www.ju29ro.com
 
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† Deadman Punisher †
CAT_IMG Posted on 7/6/2010, 14:27




Tempo scaduto: devono dimettersi


I più "giustizialisti" dell'estate 2006, quelli che chiedevano teste e condanne esemplari in nome dell'etica e del calcio pulito, oggi si arrampicano sugli specchi e si affrettano a rassicurare "Tanto è tutto già prescritto". Che pena vedere che gli stessi che nel 2006 si distinsero per accanimento mediatico oggi si turano il naso e tollerano l'olezzo del "finto pulito". I fatti nuovi portati a galla solo oggi hanno smascherato tanti finti moralisti senza coerenza. Nel 2006 scatenarono una campagna mediatica per ottenere le dimissioni dei vertici della FIGC. L'accusa era di aver tenuto le carte nel cassetto per "coprire la Juve". Allora le carte erano giunte dalla Procura di Torino da soli due mesi, oggi parliamo di atti che si potevano e dovevano consultare anni fa, che non sono stati richiesti, o che sono stati lasciati ammuffire "in soffitta". Oggi i paladini dell';etica non chiedono la testa di chi ha sbagliato. Sostenevano che chi aveva trascurato non garantiva trasparenza. Ed oggi? Dov';è la differenza?

Riviviamo le tappe in ordine cronologico e vedremo che tanti personaggi della FIGC "Non potevano non sapere", una frase nota, per primo, a Borrelli.

8 maggio 2006 - Franco Carraro si dimette dalla Federcalcio.

Da La Repubblica: "Il numero 1 della Figc ha deciso di lasciare dopo lo scandalo delle intercettazioni e i colpevoli ritardi della Figc sulla vicenda. Il testo delle intercettazioni era infatti noto ai dirigenti federali già da tempo. [...] Le dimissioni di Carraro sono state chieste nei giorni scorsi da Repubblica, con un articolo di Gianni Mura".

Dalla lettera di dimissioni di Carraro: "Il 21 settembre 2005 ho ricevuto dal Procuratore Capo di Torino, dott. Maddalena, la richiesta di archiviazione ed il decreto di archiviazione del Gip. Il 13 marzo mi è stata inviata la documentazione che sta alla base dei provvedimenti che mi erano stati consegnati a dicembre. Da parte mia, ho immediatamente trasmesso tutta la documentazione all'Ufficio indagini della federazione e all'Uefa".

Le reazioni politiche. L'ex vicepremier Fini commenta: "Carraro se ne va? Meglio tardi che mai". Identiche parole da Maroni della Lega. E Vannino Chiti, Ds: "Ha preso atto di una situazione insostenibile, dopo l'ennesimo e disastroso scandalo".

19 maggio 2006 - La stampa chiede anche la testa del Generale Pappa, che si dimette.

Da Tgcom.it: Il capo dell'ufficio indagini della Federazione italiana gioco calcio, Italo Pappa, si è dimesso. "I continui attacchi all'ufficio, che ho l'onore ed il privilegio di presiedere, e le indegne strumentalizzazioni che alcuni organi di stampa hanno di recente effettuato, stravolgendo completamente la realtà dei fatti, mi costringono ad assumere questa dolorosa decisione".

Aggiunge il Corriere.it: "L'ampiezza dello scandalo e il peso delle intercettazioni, però, sono sotto gli occhi di tutti. Tanto che i magistrati di Napoli hanno chiesto e ottenuto di trattare direttamente con Rossi. A lui e solo a lui consegneranno le carte necessarie a far partire i processi sportivi. I magistrati sono rimasti colpiti, in passato, dalle punizioni sempre blande nei tanti scandali che hanno tolto credibilità al calcio".


C'ERANO TRACCE DI INTER.

Sono state volutamente trascurate, fino ad arrivare alla prescrizione, ma le prime tracce su rapporti dell'Inter con arbitri in attività e designatori spuntano anche loro nel maggio 2006.

11 maggio 2006 - Nucini confessa il suo rapporto con Facchetti in un'intervista a Repubblica:

Perché raccontò quelle cose a Facchetti? E cosa gli disse esattamente?

"Io credo che non sia corretto riferire i contenuti dei molti incontri che ebbi con Facchetti. Dico solo che non è stato un incontro casuale. Con Facchetti siamo stati in confidenza, se non amici, per anni".

19 maggio 2006 - Spuntano due intercettazioni con Facchetti nell'indagine della Procura di Torino.

Titola così Corriere.it - Pairetto a Facchetti: ho fatto mettere Meier.

Anche La Stampa, riporta le stesse intercettazioni. Impossibile che siano "sfuggite" (Narducci cit.)

26 maggio 2006 - Nelle informative consegnate a Borrelli, recatosi a Napoli da "privato cittadino", e non ancora Capo dell'Ufficio Indagini, ci sono già indizi riguardo alle frequentazioni di Bergamo, Pairetto e Mazzini con altri personaggi del mondo del calcio "non indagati". Le telefonate con Spinelli e Governato vengono a galla solo ora, ma delle tracce su cui indagare c'erano, ad esempio, nella telefonata 490 dell’8 febbraio 2004, Bergamo informa la Fazi: "Stamani due so’ venuti, Cinquini del Parma e Spinelli del Livorno […] e dice no, non danneggiate il Parma" ; nella telefonata 26618 del 10 febbraio 2005, Bergamo parla così del collega Pairetto: "Gigi è amico intimo di Governato, che è il consulente di Corioni! E che gli ha fa… e che Governato gli ha fatto fa’ delle cose".




8 giugno 2006 - Bergamo in un'intervista a Repubblica:

Ma parlava o no al telefono con Moggi?

"Con Moggi? Certo che parlavo con lui, ma io parlavo con tutti. Come era logico che fosse. Parlavo con Capello, con Sacchi... Normale, normalissimo"

Però i carabinieri sostengono che c'è stato un pranzo segreto a casa sua, a Collesalvetti, con i dirigenti della Juve.

"Macché segreto e segreto. Il campionato era praticamente finito, la Juventus giocava a Livorno e aveva già vinto lo scudetto. Sì, Moggi e Giraudo sono venuti a cena a casa mia, e allora?"

I carabinieri erano appostati al cancello...

"Al cancello, lungo la stradina, ovunque stavano... In passato avevo invitato a cena anche Galliani, dirigenti dell'Inter e di altre società. Scusate, ma che male c'è?"




8 giugno 2006 - Interrogatorio di Bergamo

Gli uomini del pool di Borrelli interrogano Bergamo dalle 9.10 alle 18. Bergamo confessa subito ai vicecapi dell'allora Ufficio Indagini, D’Andrea e De Feo, che sentiva tanti altri dirigenti. Tuttosport porta oggi alla luce il verbale d'interrogatorio nel quale è riportata anche questa dichiarazione di Bergamo: "Non ho mai negato di parlare della probabile formazione della griglia, che comunque dovevo confrontare con Pairetto, anche con tutti gli altri dirigenti di società che me ne avessero fatto richiesta. Questa consuetudine di parlare della griglia o di quegli arbitri che potevano andare nella griglia, ribadisco, ce l’avevo anche con altri dirigenti (tra gli altri Facchetti, Meani, Capello, Sacchi). Non so dire se Pairetto si confrontava con altri su questi temi. E preciso che la conoscenza della griglia era il “segreto di Pulcinella” in quanto gli arbitri erano certamente individuabili per gli addetti ai lavori". Perché non si è approfondito ed indagato su quanto Bergamo aveva dichiarato? Oggi non sentiremmo parlare di prescrizione per reati che si potevano indagare nel 2006.



8 giugno 2006 - Bergamo ospite/imputato a Matrix rivela contatti con tutti.

"Intervenuto in TV alla trasmissione Matrix, condotta da Enrico Mentana, Paolo Bergamo ha affermato che le telefonate a lui ed al suo collega Pierluigi Pairetto da parte dei dirigenti delle diverse squadre erano molto frequenti. Bergamo ha candidamente rivelato di essere solito parlare con tutti ed ospitare in casa sua, persino per la notte, il presidente interista Giacinto Facchetti. In particolare, ha dichiarato che riceveva spesso telefonate dai dirigenti dell'Inter, squadra a cui è stato assegnato successivamente lo Scudetto 2005-2006. Sempre nel corso dell'intervista, l'ex designatore, ha detto che durante la stagione calcistica 2003-2004 ha parlato più volte con l'allora allenatore della Roma, Fabio Capello".




19 giugno 2006 - Relazione di Borrelli a Palazzi (allora Procuratore e non ancora Super).

Ricordava Tuttosport, qualche giorno fa, dopo le intercettazioni ritrovate dalla difesa di Moggi: "In ogni caso, qualcosa Borrelli deve avere subodorato, se non addirittura capito, visto che - il 19 giugno del 2006 - concluse con queste inequivocabili parole la relazione che consegnò al procuratore Stefano Palazzi: “Resta da ripetere che le indagini dovranno proseguire: la vastità del contesto, la unicità di questo che è il più grande scandalo del mondo del calcio, il numero davvero ampio di società e soggetti coinvolti, i plurimi filoni investigativi che sin da ora emergono e che vieppiù emergeranno nel prosieguo, Non permettono di ritenere conclusa l’opera di individuazione delle responsabilità eventualmente attribuibili ad altre società e ad altre persone fisiche”."



12 settembre 2006 - Anche Mazzarri conferma la versione di Bergamo.

(AGM-DS) – Reggio Calabria 12 settembre – Walter Mazzarri difende indirettamente Luciano Moggi: "È vero, tutti i club si rivolgevano a Paolo Bergamo". L’allenatore della Reggina torna, nel corso della sua conferenza stampa del martedì, a parlare dello scandalo di Calciopoli. Lunedì sera, in tv, lo stesso Bergamo aveva sostenuto di avere avuto contatti frequenti con tutte le società e non solo con l’ex dg della Juventus. E Mazzarri conferma: "Ripeto quello che già avevo detto in passato: tutte le società si rivolgevano a lui in quanto designatore, era una prassi consolidata".

2 aprile 2007- Abete presidente FIGC

Finisce il commissariamento di Pancalli ed Abete viene eletto presidente. Poche settimane più tardi c'è l'abbandono di Francesco Saverio Borrelli e la costituzione della Superprocura Federale con tutti i compiti, di indagine ed accusa, assegnati ad un uomo solo: Palazzi.

BORRELLI. Facendo un bilancio del lavoro di Borrelli non possiamo non notare che aveva avuto indizi ed elementi per aprire un filone d'inchiesta anche sull'Inter per quanto riguarda Calciopoli. A Borrelli, che invocò a lungo qualche “pentito” che rompesse l’omertà, qualcosa fu tenuta nascosta dagli investigatori, come il "caso Coppola". L'assistente Rosario Coppola raccolse l'invito di Borrelli ed il 20 maggio 2006 si recò spontaneamente dagli investigatori di Roma (i "magnifici 12" di Auricchio ndr), per parlare del "sistema" in modo allargato e di pressioni ricevute per un caso che coinvolgeva l'Inter, ma gli fu risposto che "L'Inter non interessa". Pur essendogli stata negata la conoscenza di questo importante tassello, però, Borrelli aveva, come abbiamo visto, indizi su cui indagare, aveva la deposizione di Bergamo da approfondire. Visto che a giugno 2006 aveva scritto che "Resta da ripetere che le indagini dovranno proseguire", chiediamo perché non lo abbia fatto nei mesi seguenti, finché è rimasto in carica.

PALAZZI. Salito alla ribalta grazie a Calciopoli e all'investitura da parte di Guido Rossi, ad aprile 2007 diventa il Capo della Superprocura. Palazzi ha avuto accesso agli stessi dati sottovalutati da Borrelli e ad altri che si sono aggiunti dopo.

30 aprile 2007 - De Santis, ad Antenna 3, riparla dell'Inter.

"Io dichiaro di non aver mai, e dico mai, parlato al telefono con Luciano Moggi e di non aver mai preso da Moggi alcuna sim straniera. Anzi. Dico di più. Ero solito parlare abitualmente con altri dirigenti calcistici. Mi sentivo spesso con Facchetti e Meani. Con Giacinto Facchetti avevo un buonissimo rapporto e devo dire che lui in parecchie circostanze è stato molto ossessivo. (...) Queste cose le sa benissimo anche Moratti. Mi spiace parlare di una persona che purtroppo non c'è più. Ma io sono disponibilissimo a rendere pubblici i miei tabulati telefonici, di modo che tutti sappiano che questi rapporti erano reali. Meani? mi sentivo spessissimo anche con lui e mi viene da sorridere quando viene trattato come un fattorino o una badante". Ma ancor più sorprendete la rivelazione di De Santis sulla sua fede sportiva: "Sono interista".

Per queste dichiarazioni De Santis si prenderà la reprimenda di quasi tutta la stampa sportiva (un esempio tra i tanti). Ma aveva ragione De Santis, le telefonate dove è Facchetti a chiamarlo, a cercare un arbitro in attività, ci sono, e tanti dovrebbero le scuse all'ex arbitro.

Davanti a tante ripetute affermazioni di Bergamo e De Santis, davanti alla deposizione di Bergamo agli atti, Palazzi avrebbe dovuto aprire un fascicolo per interrompere la prescrizione, in attesa di ricevere altra documentazione dal processo di Napoli, dove la FIGC, come "parte civile", avrebbe avuto accesso agli stessi atti scandagliati dalla difesa di Moggi. Palazzi non lo ha fatto.

Dicembre 2007 - La Procura di Napoli trasmette gli atti dell'inchiesta alla Figc.

Solo dopo 15 giorni di intercettazioni inedite, pubblicate da noi e tanti altri media, in FIGC sono andati a caccia dei 31 dvd e 40 cd con tutte le 171.000 intercettazioni, senza trovarli. Solo il 16 aprile 2010 Antonello Valentini, il direttore generale della FIGC, ammette: "Per qualsiasi vicenda di carattere giudiziario, noi ci mettiamo in scia alla magistratura ordinaria. Abbiamo accertato con il Procuratore federale che non abbiamo mai avuto quei dischetti. Il 15 dicembre 2007 Palazzi chiese i documenti a Napoli e alla viglia di Natale ci furono recapitati tre faldoni cartacei su fatti che tra l’altro erano caduti in prescrizione sei mesi prima".

I reati per le società potevano essere prescitti, ma per i tesserati non erano ancora prescritti, e dai brogliacci si sarebbero potute constatare le telefonate venute a galla.

Perché Palazzi non ha chiesto i brogliacci e tutti i cd delle telefonate?

Se si aprono fascicoli sullo striscione di Ambrosini, o sugli "aiutini" per l'Inter denunciati da De Rossi, si poteva aprire un fascicolo anche sulle dichiarazioni di Bergamo e De Santis. La FIGC non si nasconda dietro una foglia di fico.

ABETE. L'8 aprile Abete ha dichiarato: "La Figc segue con la massima attenzione l'evolversi della situazione, avendo come obiettivo quello di favorire la massima chiarezza. Abbiamo le responsabilità di garantire pari trattamento per tutti [...] L'auspicio è dei seguire tutte le vicende con il massimo rigore e rispetto".

La FIGC avrebbe dovuto seguire la situazione per favorire chiarezza dal 2006, abbiamo visto che ne aveva conoscenza. La FIGC non potrà nei fatti garantire pari trattamento, perché ha lasciato che i reati andassero in prescrizione. Il massimo rigore? Doveva esserci prima e non c'è stato nel condurre le indagini su informazioni di reato.

Abete ha detto anche: "I comportamenti illeciti si prescrivono, quelli morali no". Un contentino che non può coprire il fattaccio della prescrizione.

Abete dovrebbe dimettersi, per gli stessi motivi per i quali furono chieste a furor di stampa le dimissioni di Carraro.


Come minimo Abete, in qualità di massimo rappresentante della FIGC, per dare credibilità a parole come "chiarezza, rigore e rispetto", dovrebbe dare delle risposte su chi è il responsabile delle negligenze che hanno condotto alla prescrizione, dovrebbe chiederne le dimissioni immediate.

PALAZZI. Il superprocuratore, a capo dell'ufficio che doveva curare le indagini, è il primo ad essere chiamato in causa, il primo a dovere delle risposte. Ma tace. In questi ultimi anni ha dimostrato di aver smarrito la durezza del 2006 e, soprattutto quando i fatti interessavano l'Inter, di aver scelto tempi lunghi e mano leggera. Il 6 aprile il suo ufficio è stato tirato in ballo dall'avvocato Morescanti che, sulla questione pedinamenti e spionaggio, ha detto: "Nel 2007 la Federazione sapeva perfettamente quello che era successo. Cosa ha fatto nei confronti dell'Inter visto che da quell'indagine è emerso chiaramente che i mandanti per far seguire e pedinare determinate persone del mondo del calcio sono stati Moratti e Facchetti? La Federazione queste documentazioni le ha, io ho le prove, io ho la documentazione e l'ho portata anche al CONI quando ho difeso Fabiani e, addirittura, l'ho mandata per far riaprire il procedimento anche nei confronti dell'Inter. La Federazione ha taciuto ed ha ritenuto di non dover riaprire un procedimento così importante" (nel video, dal minuto 1:30).

Abbiamo trattato il caso in un articolo che chiede spiegazioni e non silenzio.

Ma Palazzi ha trattato anche il caso "bilanciopoli" delle milanesi: il 18 gennaio 2007 Tuttosport informava che: "l’indagine per falso in bilancio su Massimo Moratti e Adriano Galliani è stata chiusa e il pubblico ministero, Carlo Nocerino, così si esprime a proposito della situazione dell’Inter, ricollocandola nel periodo tra il 2003 e 2005: «L’equilibrio finanziario sarebbe saltato se la società avesse evidenziato le perdite connesse alle plusvalenze fittizie e l’Inter non avrebbe superato i parametri chiesti dalla Covisoc per l’iscrizione al campionato 2005-2006»". Bilanciopoli, dopo grandi "cautele", si chiude con patteggiamenti e buffetti solo il 12 giugno 2008.

Ne abbiamo parlato diffusamente in questi articoli:

Bilanciopoli, la trave nell'occhio di Palazzi

Bilanciopoli: patteggiamento e multarella per Inter e Milan

Lo scandalo dello scandalo...

C'è un altro caso che riguarda l'Inter e in cui l'operato di Palazzi ha sollevato perplessità: quello delle trattative di diversi dirigenti con l'inibito Preziosi. Per aver trattato con il presidente genoano, Secco e Bettega furono inibiti, mentre Moratti no. A Palazzi chiese conto dei "Due pesi e due misure" Roberto Beccantini (leggi l'articolo), che si sentì rispondere: "Dottore comprendo l’esigenza di dover far fronte alla curiosità dei lettori. Nello stesso tempo, mi permetto di osservare che anche notizie apparentemente simili vanno vagliate in profondità perché, lei capirà, non tutto quello che è, sembra; e non tutto quello che sembra, è. Mi scuso, dunque, se non posso proseguire in quel processo deduttivo e intellettivo che, immagino, lei vorrebbe che portassi a termine. Lei mi capisce, vero... ?".

Beccantini candidamente ammise: "Per la verità, non ho capito un tubo".

Palazzi ora dovrà gestire l'inchiesta sulle intercettazioni inascoltate anche dal suo Ufficio e fatte "scadere". L’avvocato Mario Stagliano, ex vicecapo dell'Ufficio indagini ha detto: "Nessuno si prese la briga di ascoltare quelle telefonate. Il che è grave: se io leggo, nelle informative dei Carabinieri, che ci sono 171 mila telefonate registrate e ne ho lette molte meno di mille, il dubbio di ascoltare cosa c’è in quei mesi e mesi di intercettazioni mi deve cogliere".

I media tacciono, ma noi non assumeremmo mai un incendiario per fare il pompiere.

Qualcuno ha sbagliato. Per colpa di qualcuno il tempo è scaduto:

DIMETTETEVI



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Riporto quì il "riassuntino" fatto da un utente di Vecchia Signora.com. Articoli, parole, fatti, e non invenzioni.
 
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† Deadman Punisher †
CAT_IMG Posted on 8/6/2010, 23:05




http://www.tuttosport.com/video//2010/06/0...opo+Chievo-Juve

Quando Denti Marci faceva l'amicone del "Mafioso".
 
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† Deadman Punisher †
CAT_IMG Posted on 27/6/2010, 12:15






Secondo voi, qual è la differenza tra la "grigliata" di Moggi, e questa?
 
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40 replies since 10/4/2010, 18:34   388 views
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