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L'angolo CULturale.

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Sword Chant.
CAT_IMG Posted on 13/3/2010, 15:30




Siccome voglio rovinarmi la vita, vi posto qua un paio delle mie Poesie °_°

SPOILER (click to view)

Amore in morte
Lontano si scorge, ove il sole non sorge
una chiesa erta, su di un ermo colle
Infine d' un viale, cinereo, ella s'erge
su d'un prato di bigie e morte zolle.

Grigia, come la vista ch'ella torreggia,
e grande corte il suo altare ospita,
d'incenso a festa, denso odor aleggia
e con odor putrescente fa cernita.

Ancora sale in alto il lezzo putrescente
e commisto è all'olibano finissimo
corrotto poichè, di morta gente è corte.
D'un contegno sì solennissimo.

Liete son le salme, con ricercate vesti,
amabili e curate, pur se rosse lorde.
Di ricorrenze tali e di tali fasti mesti,
terrò il ricordo e suonerò le corde.

Canto l'amore morto, d'un felice imeneo
un suicida e un'appestata vincolante.
Canto or d'un amor slegato da ogni deo,
a cui cerimonia pari n'è esistente.

Commosso, lo sposo, lacrime sulle gote
aveva versato, al viso pallidissimo,
sulle pelli sane e su quelle martoriate.
E il suo viso ancora era bellissimo.

Da tutti era aspettata, la sposa rosata
Da tutti era aspettata, la fortunata,
E tutte aspettavan, lancio di nere rose,
tutte volevan ora, imitare l'amata.

Ma da vaghi pensieri, gl'astanti si volsero
all'aprir sordo dell'abazia i battenti,
all'entrarta tutti, trepidanti, si mossero
e puntaron tutti i loro sguardi spenti.

Le occhiaie di pece e il bouquet di rose
di pallore rosata, di peste traviata
ma di grano agreste eran i gialli cincinni
e le iridi blu, come il mar in ripa.

Non andava di passo, ma zoppa all'altare,
ma lieta, e il sorriso e felicissimo
del pulpito lento, assaporando il piacere
del matrimonio suo, bellissimo.

Ed il ministro arrivò, in nero vestendo
abito e cappa, mantello e cappello,
ch'ei ora ebbe alzato e occhi rivelando
vuoti, il piccol, fragil scheletrello.

A dei ignoti a me, giuramento fu fatto
un giuro eterno, giuro solennissimo
"Vuoi tu mano sua di prender far l'atto?"
Era per tutti ora, bellissimo.

E seppur fu morto, d'un bacio s'unirono
e ardor tale ebbe, da sembrar vivo.
Questa storia lettore, d'essi che furono,
tu non sprezzare, ne guardar schivo.

Anche se nauseato, la mia storia ricorda,
l'unione intensa, che due salme univa
morte non è il peggio, oh lettore ricorda!
Peggio l'orribiltà della persona viva.



SPOILER (click to view)

Ynys Mon
Ancora, dopo anni muti e dolenti,
ogni notte che luna piena e alta
irradia col suo raggio la foresta,
ed esso attraversa le fronde silenti,
si riuniscono ogni notte anziani druidi,
dalle driadi guardiane silvane benedetti.
S'incontran e si tengon ancora stretti
alle rovine di sacri dolemn lividi.
Addolorati, cantano alla luna piena,
e la lor cantilena ora risuona
e la foresta s'accorda e intona
un'armonia, che per le fronde mena.
E le foglie d'ogni albero, accordate,
si muovon all'uniscono armoniose
dalla sublime melodia coincise
e nelle sue liete note, in moto, legate.

La foresta ora, lenta, si risveglia
portando con se nuovi odori e profumi,
che mai conobbero i nostri lumi,
e riempion la radura d'una dolce nebbia.
Si destano antiche e mitiche creature
dagl'elfi altezzosi ai troll bellicosi,
dai nana laboriosi ai folletti giocosi,
e si muovon attraverso le vie semiscure.
Verso i sacri dolmen son tutti chiamati,
lassando differenze e intemperanze infime
e pian piano, alle sacre emanate rime
anche i loro canti d'ogni lingua son uniti.
Cantando, ogni essere umano et non,
cantando fiamme verdi ora s'accendono
sui dolmen rocciosi che più riposano
e salgono, illuminando Ynis Mon.

Più salgon i canti, e più le fiamme
ardono e divampano anch'esse salendo
e ogni piccola foglia va danzando
e la foresta s'illumina e s'anima
d'un movimento coinciso
in una sola nota lenta,
alchè tutta la natura diventa
un solo essere, in ogni cosa vivo.
E par che un sol corpo ora danza
da mille luci illuminato
come un danzator costellato
d'infiniti merletti verde speranza.
La luna piena nel cielo nero,
il bosco popolato di magia
e creature d'ogni fantasia
e il loro moto perpetuo, chimero.

Tutte le notti che il sole bacia l'equatore,
antichi spetti si destano, raminghi,
e vagan per gli alberi, vagabondi
e tengon in vita dell'isola il cuore.
Ove un tempo si studiavano i misteri
dell'infinito e del tempo che va,
l'enigma intricato e folle della libertà,
e dei suoi immensi e terribili imperi.
E ora, tra le rovine desolate e sole
che ha lasciato il nemico latino,
poscia il suo lavoro pulito e ameno,
rimangon solo le roccie e le piante e le viole...
... e gli spettri sconsolati e nomadi
che richiaman i tempi felici andati
di saggezza e sapere e misteri perduti,
gli spiriti d'Ynys Mon, scuola di druidi.



SPOILER (click to view)

Cruccio
E t'odio e t'amo
e t'amo e t'odio
Io non so che fare
che lassar occhio lagrimare

Ma nessuna lagrima si versa
si anima è come la causa, persa!

Dimmi Eros come Zeus toro s'è fatto
da riuscir d'Europa il ratto

Ditemi maestrali e venti di ponente
dov'è affondata Atlantide potente?

Poichè si deve rapir con agili sembianze
e poi si devon abbater le mura del core
poche son de forzarle speranze
affinchè esse cadan con frastuono e fragore

Ma non voglio l'assedio, rigetto battaglia!
Mio desio è la veglia di creatur preziosa
eppur mi doglie e non par gran cosa
e sensi son volti alla rosa!

Fulgida tormentata, mandida colorata nera!
E' nera come me e anima desiante pensier proibiti
Perchè, perchè noi uomini cerchiam difficoltà
e ché non mi distoglie d'oscura beltà?

Lassami cadere nell'Ade, che peggio posso fare?
Venduto e vedo su me avvoltoi chiamati passioni banchettare
Lassateli fare! I loro artigli nelle carni voglio sentire
perchè l'uomo, prima maschio, sempre così vuol finire!

E tu creatura delle Parche dannate
E fu l'istinto che volevan mie carni provate
di sentire tue labbra su le miei incatenate
e poi, buio.



SPOILER (click to view)

Gargolla
Alas! Da quanto da quel doccione
ci vedi vivere
e c'osservi morire?
Decenni! E sul tuo volto la stessa espressione.

Gargolla, tu che sovente devi subire
la vista tormentosa
di noi, gente riottosa,
come puoi tu, grottesca creatura, non giudicare?

Eppure a te sovente chiamano "cosa",
ma cosa, tristo,
tu n'hai ancor visto?
Da lassù hai visto sangue e petali di rosa.

Osservi ritto, come un Mefisto,
le azion tutte,
le gentili e le farabutte,
le lodi gaie e gli spergiuri al Cristo.

Vegli ancor dalle alte e sacre vette
e non voli ancor via,
da questa società stantia?
Perchè rimani sul doccione e non fai rotta?

Rimani pensoso sulla grand'Abazia
a puntar lo sguardo,
oh grande, ultimo baluardo,
d'un'era che n'è mai stata nostra nè mia,

la sciagura e il "progresso", traguardo
d'un umano perso
sott'un cielo terso,
che n'è più degno d'aver da nessun dio riguardo.

Allora volta, vola via! E fai verso
in mondi non nostri,
volando tra gl'astri,
dell'essere blasfemo e del suo errato percorso.

 
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CAT_IMG Posted on 14/3/2010, 23:39
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Zapper '
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Amore in Morte è bellissima :sisi:

Complimenti KtU :sese:
 
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Peppe™
CAT_IMG Posted on 16/3/2010, 16:53




A me sinceramente non piacciono :look: non lo dico per denigrarti, ci mancherebbe, anzi so benissimo che ci vuole un gran lavoro per scriverle (senza contare il labor limae) in quanto anche io, da giovane, mi dilettavo nel poetare...

A volte mi convincono poco i termini, altre volte i versi mi paiono troppo spezzettati, specie in Gargolla. L'unica che mi convince appieno è "Cruccio".

Comunque non sono un poeta e non posso darti consigli. Però parti da una buona base, ti prego di continuare perché col tempo si migliora.
 
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Sword Chant.
CAT_IMG Posted on 16/3/2010, 18:18




Figurati! Se c'è una cosa che cerco più dell'approvazione sono le critiche costruttive. E' vero la mia poesia fa un pesante uso di Enjambèment, tranne che in Cruccio. A volte forse un po' troppo. Per i termini cerco di essere più "simbolista" e "classico" possibile, ma a non tutti piace lo riconosco e non sempre è attinente xD

Grazie mille Peppe ^^

E anche al Verciolo <3
 
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Peppe™
CAT_IMG Posted on 23/4/2010, 14:42




:look:

Sull'impresa di Erik il Rosso e di suo figlio Leif

Già mormora la terra
nei pressi di quel volcano
che fé come sol di mondo un novel Icaro.
E nel viaggiar la mente mia si perde,
mentre scorgo il vivo borgo di lontano,
immerso nel bianco vòto che ivi Natur fece.
Tal corsa seculare portommi colà,
a que' dì di festa ch'inver furo italico ratto.
Sì, giacché del Rosso l'impresa prima fue,
non di quei che com'augel s'appella,
cui a sua volta il nom del loco fu scippato
dal fier Americo, di nazione conterraneo:
eppure ciò che lo stivalier tolle,
con quel pensier la mia persona ridarre volle
all'onor della patria di ghiaccio
ch'in Enrico e Leifo mitici eroi ebbe.
Quel ch'i odo è il draccheggiar di vele
che ad attraccar s'apprestano,
per opra e cortesia di colui ch'aureo porcel cavalca,
nonché dio che per amor denudossi de l'arme sue.

Perduto nel mito l'islandico valore,
a noi verofili non resta che la speme
ch'un giorno a' raudii duchi
fia riconosciuto lor merito tutto, ché,
lettor, tu ben lo sai, a meritocrar la nostra era
non è suo affar, né cosa che sa fare.
 
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Peppe™
CAT_IMG Posted on 23/4/2010, 15:21




Fanculo <3
 
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